"Le cose costituiscono il nostro orizzonte: è per loro tramite che nasciamo al mondo. Attraverso le cose il mondo si offre al nostro sguardo e al nostro operare.
Cosa è tutto ciò che esiste, compreso noi stessi. "
Porto qui alla tavola di Artù questo estratto dal testo di semiotica del design di Eleonora Fiorani, 'Il mondo degli oggetti' (Editori di Comunicazione-Lupetti 2001) in cui si analizza la natura funzionale e metaforica del nostro rapporto con gli oggetti per traslarlo nella sfera dell'educazione all'arte dei bambini. Cosa è tutto ciò che esiste, compreso noi stessi. "
Nella sua innata attitudine all'animismo, il bambino che verrà stimolato con "oggetti artistici", può forse sviluppare una visione estetica della bellezza del mondo?
E per converso, il bambino deprivato di tali stimoli e disabituato ai manufatti artistici ed originali, potrebbe dunque arrivare a costruire un'immagine estetica conformistica e disneyana?
La responsabilità dell'educatore che "ciba" l'allievo con immagini e oggetti inappropriati o di scarso stimolo credo sia comunque relativa.
La realtà mette a disposizione dei più piccoli una caleidoscopica rassegna percettiva di stimoli più o meno significativi e dunque è nella "didascalia" che li accompagna che si può formare una capacità di discrimine e di sintesi.
Auspichiamo tutti un "Rinascimento delle forme" (e della sostanza) ma proviamo a dedicare attenzione alle modalità di fruizione dei bambini con le cose, di uso comune o artistiche, come piccoli Newton alla ricerca della forza di gravità.
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